Sistema monetario greco monete d'oro e argento
Il sistema monetario greco era fondato sull'argento (che nell'antichità era più pregiato di oggi, perché assai più raro), mentre gli altri metalli meno nobili, come il rame e l'ottone, servivano come monete divisionali: Licurgo fece coniare, a Sparta, anche monete di ferro. Le unità monetarie fondamentali erano la dramma e lo statere, quest'ultimo del valore di due dramme. Multipli e sottomultipli della dramma erano: il tetradramma, il decadramma, l'emidramma, il diobolo, l'obolo e il calco. Multipli e sottomultipli dello statere erano: il doppio statere, e l'emistatere; altre monete rappresentavano, rispettivamente, un terzo, un quarto e un ottavo di statere. La mina e il talento rappresentavano unità di conto; la prima valeva 100 dramme, la seconda 60 mine. Monete d'oro furono coniate nel 359-336 da Filippo di Macedonia. Nell'antica Roma la monetazione cominciò nell'età regia, sotto Numa Pompilio: l'unità fondamentale era costituita dall'assis, corrispondente a una barra di 12 once di bronzo formato da una lega del 2% di stagno e del 98% di rame; aveva undici bare divisionali del peso da 11 once ad un'oncia. Col tempo il peso dell'asse fu ridotto a un terzo di libra, pari a 4 once e, successivamente, ad una sola oncia. Le monete in uso furono il denarius, il quinarius, e il sextertium; Siila fece coniare una moneta. d'oro, detta aureus, mentre nell'età iperiale furono messe in circolazione monete d'argento.
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