Aziende municipalizzate

Le aziende municipalizzate, invece, sono aziende autono-me ad ambito territoriale a partecipazione mista per la gestione di servizi di pubblica utilità. La loro attività è soggetta all'obbligo di relazione periodica e di controllo da parte del comune e dell'apposito comitato regionale. I contratti con i terzi devono avere natura privatistica e vengono inquadrati nel contratto detto di somministrazione, o più comunemente, di fornitura.

Aziende pubbliche

Quando si parla di azienda si pensa immediatamente al privato, al mercato. Ma esistono anche le aziende pubbliche, unità produttive di cui lo stato si avvale per la gestione di attività economiche e di servizi pubblici. Nonostante traggano proventi dall'esercizio della loro attività, lo scopo di lucro esula spesso dalle loro finalità, per cui vi sono normalmente aziende pubbliche in passivo. Hanno regole di funzionamento differenti da quelle della pubblica amministrazione e sono dotate di autonomia negoziale, patrimoniale, contabile.

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ONLUS e fund raising

ONLUS, ossia Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale, istituzione privata non orientata al profitto. Le sono gestite da manager con criteri di efficienza, al pari di qualsiasi impresa privata. Operano quindi con il vincolo della copertura dei costi, ma non distribuiscono profitti ai proprietari. L'eventuale surplus rimane a disposizione per i fini che l'organizzazione si pone.

Cruciali per lo sviluppo delle ONLUS sono le attività di fund raising (la ricerca di donatori e di sponsor coerenti con la loro mission) e il riconoscimento di un regime fiscale preferenziale. Le organizzazioni non profit sono soprattutto presenti nel settore dei servizi alla persona (un esempio fra i tanti: inserimento al lavoro di portatori di handicap).

Imprese profitto

Tra le imprese orientate al profitto si può distinguere ancora tra quelle che producono per i consumatori finali e quelle che producono (energia, materie prime, macchine il ecc.) per altre imprese. La distinzione ha rilievo soprattutto per quanto attiene al comportamento di mercato (per esempio, le imprese che producono per altre imprese spendono meno in pubblicità).

Aziende profit oriented e organizzazioni non profit

Un'altra fondamentale classificazione, già accennata, distingue le aziende in base all'esistenza o meno di finalità di lucro. Si distinguono in questo senso le aziende profit oriented (quelle che operano sul mercato per conseguire un profitto da destinare al proprietario o ai proprietari dell'azienda) e le aziende o organizzazioni non profit (quelle che, pur svolgendo un'attività di produzione, non hanno finalità lucrative ma di altra natura: religiose, culturali, sportive ecc.). Sono esempi di organizzazioni non profit: le famiglie, le associazioni di assistenza, di beneficenza e di ricerca, gli enti pubblici territoriali (stato, regioni, province, comuni), le università, gli enti ospedalieri, le fondazioni ecc.

Aziende di erogazione e di produzione

Si distinguono le aziende di erogazione e quelle di produzione. Le aziende di erogazione hanno come fine il soddisfacimento dei bisogni dei loro membri (es. la famiglia, ma anche le associazioni sportive e culturali, le associazioni di beneficenza ecc.). Le aziende di produzione producono beni e servizi destinati allo scambio. Possono produrre beni finali rivolti ai consumatori o beni intermedi, destinati ad altre aziende.

L'azienda nell'economia aziendale

Per altri autori, specialmente nel campo dell'economia aziendale, la definizione di azienda che si ricava dalla norma giuridica è troppo restrittiva per essere utilizzabile come strumento di analisi. Dal punto di vista degli aziendalisti, studiare l'azienda ponendo l'accento sul complesso di beni organizzati, e quindi trascurando il fattore umano, è fuorviarne. Le persone che operano nell'azienda ai vari livelli gerarchici, le loro peculiari risorse e competenze, l'attività espressa per il raggiungimento di determinati fini sono determinanti per la nascita e la crescita dell'azienda. L'azienda si definisce così come un organismo economico stabile che, grazie a specifiche capacità e competenze del lavoro umano, trasforma beni disponibili e produce nuovi beni e servizi più idonei a soddisfare bisogni umani.

Azienda e impresa

La definizione fornita dal codice civile coincide con quella adottata da molti economisti, che sono soliti distinguere l'organizzazione dei beni strumentali volti all'esercizio dell'attività economica, o, se si vuole, la combinazione di fattori produttivi costanti e variabili che vengono impiegati (l'azienda, appunto) dal soggetto che decide quella combinazione, la modifica, affronta i rischi che tali scelte comportano. Questi ultimi aspetti, che si manifestano nella direzione dell'attività produttiva e distributiva, definiscono la nozione di impresa (o, in termini personali, di imprenditore). La nozione impiegata dagli economisti è solitamente piuttosto astratta e prescinde dagli aspetti qualitativi.

L'azienda nel codice civile italiano – Definizione azienda

Il codice civile definisce azienda il complesso di beni organizzati da un soggetto l'imprenditore, strutturato funzionalmente per l'esercizio dell'impresa (produzione di beni e servizi).
I beni che compongono un'azienda possono avere natura eterogenea (immobili, marchi, brevetti, crediti, scorte, materie prime, prodotti finiti, servizi ecc.) ma vengono considerati dalla legge unitariamente e, come tali, suscettibili di costituire in blocco oggetto di rapporti giuridici, quali la cessione o la vendita, in quanto coordinati all'esercizio dell'impresa. L'azienda, pertanto, può essere considerata sinonimo di organizzazione economica: essa implica che tra le componenti che la costituiscono si instaurino rapporti gerarchici.

Tutela della concorrenza teorema dell'economia del benessere

Il primo teorema dell'economia del benessere

Se i mercati sono perfettamente concorrenziali vale il primo teorema dell'economia del benessere: l'equilibrio economico generale è una situazione in cui le risorse a disposizione dell'economia sono allocate tra le produzioni dei vari beni e le quantità di questi sono distribuite tra gli individui in maniera efficiente, nel senso che non è possibile aumentare il benessere di una famiglia senza ridurre quello di qualche altra.

Questo criterio, detto efficienza paretiana o ottimo paretiano, ha il difetto di prescindere da qualsiasi preferenza rispetto alla situazione iniziale per cui è compatibile con distribuzioni anche estremamente inique, ma, a parte ciò, identifica una situazione di per se accettabile e auspicabile. L'argomento teorico fondamentale contro il monopolio e, in pratica, la principale giustificazione economica delle leggi antitrust è che la presenza di imprese con potere di mercato determina un equilibrio economico generale inefficiente nel senso di Pareto.
Ossia, è ancora possibile aumentare il benessere di qualcuno senza togliere nulla a nessun altro.

L'efficienza economica

Un'azienda senza fini di lucro che non minimizzi i costi sarebbe inefficiente, così come inefficiente sarebbe un'impresa con fine di lucro che non massimizzi i profitti. Nella teoria economica neoclassica il ruolo dell'impresa è quello di organizzare la produzione indirizzando le risorse produttive sulla base dei prezzi di mercato verso la produzione dei beni più richiesti dalle famiglie. Quando le domande di certi beni, di consumo oppure intermedi, eccedono le offerte, i loro prezzi aumentano, e con essi aumentano i profitti delle imprese che li producono; esse sono così indotte a espandere le proprie offerte (in un secondo momento, inoltre, nuove imprese entrano nei mercati dove i profitti sono aumentati) fino a quando i prezzi non saranno discesi a livelli ai quali le domande saranno uguali alle offerte, e i profitti saranno ritornati ai loro livelli normali.

Il processo inverso si verifica quando le domande sono inferiori alle offerte. La massimizzazione del profitto da parte delle imprese è quindi il cuore del meccanismo con cui un insieme di prezzi flessibili garantisce l'aggiustamento delle offerte alle domande: quello che A. Smith nel XVIII secolo chiamò la "mano invisibile". Grazie a tale meccanismo un'economia di mercato realizza la compatibilità tra le scelte delle imprese e tra quelle delle imprese e quelle delle famiglie senza alcun intervento coordinatore esterno.

Massimo profitto e imprese cooperative

Nel caso di un'impresa di produzione gestita da una società cooperativa (cooperativa di produzione) l'obiettivo potrebbe essere ancora la massimizzazione del profitto, salvo che questo non sarebbe poi distribuito come un dividendo tra i soci, ma utilizzato secondo quanto previsto dallo statuto. O, alternativamente, l'obiettivo di una cooperativa di produzione potrebbe essere, come avviene nelle cooperative edilizie, di fornire certe quantità di prodotto a certi prezzi ai soci. Dagli esempi appena riportati è quindi chiaro che un'impresa senza fini di lucro normalmente non è, anche se potrebbe esserlo, un'impresa che massimizza il profitto; mentre ben difficilmente potrebbe essere un'impresa che non minimizza i costi.

Impresa senza fini di lucro

Particolare fattispecie del più ampio genere delle istituzioni senza fine di lucro (istituzioni non profit). Così, un'impresa municipalizzata che offra uno di quei beni chiamati servizi pubblici (Public Utilities), come il trasporto pubblico urbano, o la fornitura di acqua, gas o elettricità, potrebbe, in ottemperanza alle direttive dell'ente locale che ne è proprietario, fornire il suo prodotto a prezzi "politici". Il piano di produzione, ovvero la combinazione di input e output corrispondente alla domanda generata da questi prezzi, sarà normalmente un piano che non massimizza i profitti (nel caso di un'azienda ben gestita, sarà un piano che minimizza i costi).

Massimizzazione dei profitti e minimizzazione dei costi.


Massimizzazione dei profitti e minimizzazione dei costi. È chiaro che, se la famiglia proprietaria dell'impresa fosse interessata esclusivamente al suo benessere individuale, in funzione dei beni da essa consumati, allora vorrebbe che il suo reddito corrente o, in una prospettiva temporale più am­pia, la sua ricchezza (il valore attuale dei suoi redditi netti futuri) fosse la più alta possibile, e di conseguenza chiede­rebbe all'impresa posseduta o alle imprese di cui detiene quote di proprietà di massimizzare i profitti correnti o, in una prospettiva intertemporale, di massimizzare il valore di mercato (il valore attuale dei flussi di profitti futuri). Si noti qui che se il profitto è massimo per una data quantità di merce, allora il costo di produzione di tale quantità è ovvia­mente minimo; mentre produrre una quantità qualsiasi al mi­nimo costo non garantisce che il profitto sia massimo.

In al­tre parole, la massimizzazione del profitto presuppone la mi­nimizzazione dei costi, ma non è vero il contrario. Quando il profitto dell'impresa è assegnato ai suoi proprie­tari nel loro esclusivo interesse, si può dire che la massi­mizzazione del profitto è la concretizzazione del fine di lu­cro dell'impresa.

Imprese e mercati concor­renziali


Se l'impresa operasse in mercati perfettamente concor­renziali i prezzi di tutti i suoi output e input sarebbero da­ti, cioè stabiliti automaticamente, dal mercato, e a essa non resterebbe che conformarvisi.

Se l'impresa avesse un pote­re di mercato per certi output o input (come quando, per esempio, è l'unico produttore di un output - monopolista; o l'unico acquirente di un input, cioè monopsonista) i rispettivi prezzi dipenderebbero dalle sue scelte in ordine al­le quantità da vendere o da comprare (e, nel fare queste scel­te, l'impresa terrebbe ovviamente conto dell'ampiezza del suo mercato di vendita, nel caso di un output; o di acquisto, nel caso di un input).

In regime di concorrenza il sistema economico tende sem­pre, senza mai raggiungerlo, a un equilibrio in cui la re­munerazione del capitale sia uguale in ogni impiego: in ta­le situazione il profitto netto sarebbe zero, e il tasso di pro­fitto lordo sarebbe uguale al tasso d'interesse. In questo ca­so il profitto lordo viene chiamato normale.

Criterio di economicità e copertura dei costi


Il criterio di economicità e copertura dei costi

Dalla vendita dei prodotti finiti le imprese traggono i ricavi che coprono i costi per l'acquisto dei servizi produttivi. Il criterio della copertura dei costi, o criterio di economicità, è cruciale per valutare la gestione aziendale.

Quando i rica­vi totali eccedono i costi totali, la differenza è il profitto. Quando i ricavi sono inferiori ai costi si verifica una perdita.

Imprese e tecnologia - processi produttivi e produzione

Imprese e tecnologia

Nelle economie industriali avanzate la tecnologia, definita come l'insieme dei processi produttivi fattibili, non è tanto un patrimonio di singole persone né un insieme di istru­zioni raccolte nei libri e nelle banche dati, ma è sostanzial­mente depositata nelle imprese. Queste attingono ovvia­mente alle conoscenze della ricerca pura e applicata elabo­rate nelle università e in altre istituzioni di ricerca, pubbli­che e private, ma sviluppano in proprio le conoscenze che riguardano le fasi dello sviluppo e dell'ingegnerizzazione di un prodotto, o attraverso strutture espressamente dedica­te a questo obiettivo o attraverso le lo­ro esperienze nella produzione e commercializzazione del prodotto.

Forum borsa e investimenti

Ultime dal forum di borsa www.forumborsa.eu
Un riepilogo dei prossimi dividendi e cedole

Partenza prudente ma positiva per Wall Street

Milano assicurazioni regge il dato negativo dell'utile netto

Borse europee in positivo a metà seduta

[ Rumors Rispario ] rumorsrisparmio.blogspot.com

Utile in rialzo per Endesa, la controllata di Enel

Apre cauta piazza affari

Successo concorrenziale

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Economie di mercato servizi produttivi e mercati finanziari.

Economie di mercato
Nelle economie di mercato i rapporti tra imprese e famiglie avvengono attraverso tre tipi di mercati: i mercati dei beni di consumo, quelli dei servizi produttivi e i mercati finanziari.

Nei primi le imprese appaiono come venditrici e le famiglie come acquirenti, mentre nei secondi, che includono soprattutto i mercati dei vari tipi di lavoro, i ruoli sono rovesciati. (I mercati dei beni di produzione intermedi e dei beni capitali o beni di produzione durevoli mettono invece in rapporto le imprese fra loro.) Ai costi sostenuti dal settore delle imprese per i servizi lavorativi corrispondono i redditi da lavoro delle famiglie che concorrono a finanziare le loro spese per il consumo e il loro risparmio.

Imprese economie capitaliste
Nelle economie capitaliste le imprese sono proprietarie dei beni capitali che impiegano nella produzione. A loro volta le imprese appartengono a famiglie che sono quindi le titolari dei profitti da esse realizzati.


Mercato finanziari: Nei mercati finanziari le famiglie, attraverso il complesso sistema degli intermediari finanziari, investono i loro risparmi o per sottoscrivere azioni o per fare prestiti alle imprese, per esempio sottoscrivendo obbligazioni emesse dalle stesse (per semplicità, tralasciamo di considerare il ruolo dello stato sui tre tipi di mercati presi in considerazione).

Processi produttivi e prodotti innovativi - vantaggio competitivo


Tra gli attori che si muovono nello spazio economico - le famiglie, le imprese, le aziende pubbliche, le organizzazioni non profit, lo stato - le imprese sono sicuramente la componente più dinamica e innovativa. La ricerca del massimo profitto, o come si preferisce dire oggi, la creazione del valore, sotto l'incessante stimolo della concorrenza spinge le imprese a una continua ricombinazione dei fattori produttivi, a un'instancabile ricerca di processi produttivi e prodotti innovativi al fine di conseguire un vantaggio competitivo. Di qui l'importanza dell'impresa privata per la crescita economica e la diffusione del progresso tecnologico.

Centralità dell'impresa nel sistema economico moderno

Il sistema economico moderno si caratterizza per la centralità dell'impresa privata per quanto riguarda sia la produzione di beni e servizi destinati alle famiglie, sia l'erogazione di redditi alle famiglie per compensare i servizi da esse prestati. L'impresa incorpora la tecnologia ed è un potente fattore di propulsione e di diffusione dell'innovazione tecnologica.

L'impresa è anche, in generale, un'organizzazione efficiente, perché il meccanismo detto della "massimizzazione del profitto" la spinge a ridurre i costi al minimo, a non sprecare le risorse scarse disponibili. L'orientamento al profìtto rende l'impresa inadatta alle attività in cui sono in gioco valori non di mercato come la solidarietà e il bene pubblico. In questi campi operano meglio la famiglia, l'organizzazione non profit, l'ente pubblico.

Economia aziendale

L' economia aziendale riguarda lo studio delle aziende raggruppandole in tre sottosistemi, considerati però strettamente correlati: le strutture, i processi, i risultati.

I tre principali aspetti della vita delle imprese - organizzazione, gestione e rilevazione - costituiscono infatti un sistema: quella «coordinazione economica per il soddisfacimento dei bisogni umani» di cui scriveva il fondatore della disciplina, Gino Zappa (1879-1960).

Concorrenza perfetta


La concorrenza perfetta è una situazione caratterizzata dalla presenza di tante imprese, ognuna delle quali risulta piccola rispetto al mercato; offre prodotti omogenei; offre libertà di entrata e uscita dal mercato.

vedi anche:

http://it.wikipedia.org/wiki/Libera_concorrenza http://www.libertadiscelta.com/concorrenza-perfetta.htm

Certificati Azionari d'epoca certificati obbligazionari


Puoi ottenere un certificato azionario d'epoca in regalo, o un certificato obbligazionario. Un'offerta limitata proposta dal forum finanziario www.forumborsa.eu. gli utenti che decideranno di partecipare al forum possono richiedere un certificato azionario gratis senza alcuna spesa. Maggiori informazioni sono presenti all'indirizzo http://www.forumborsa.eu/viewtopic.php?f=2&t=124
affrettati pochi pezzi disponibili.

Esaurimento petrolio - guerra del petrolio

I Fautori della guerra in corso in Iraq sostengono che il conflitto non ha come scopo il petrolio del paese, ma quando i combattimenti saranno terminati lo sarà sicuramente, poichè l'occidente ha necessità di impossessarsi del petrolio iracheno. Il petrolio è in esaurimento, il video porta alla luce i problemi principali di questa crisi.

Investimenti immobiliari brasile

Investimenti immobiliari in brasile, ditta costruttrice che propone la propria offerta.
E' in costruzione il Paradise Beach, tra edifici uguali di 16 piani ognuno, 56 appartamenti, 4 in ogni piano. All'interno corredati di tutte le tecnologie all'avanguardia.

Indice borsa Russia Moscow Analisi tecnica

Analisi tecnica indice borsa russa, dal 1998 si è assistito ad un rialzo spettacolare da meno di 150 punti a quasi 26.000 punti.
Analizzando il grafico si ricava una trend line di lungo periodo molto importante se raffinata con altre analisi.
Si può osservare anche che la trendline è stata rotta al ribasso ma non ha generato pressioni ribassiste, l'indice è rimbalzato, si è creato poi un doppio minimo. Attenzione ad una nuova foratura della trendline.
Nel video Stefano Fanton di Scalpingscool fornisce tutti i dettagli.

Report intraday borsa italiana e usa

Giornata negativa per le borse mondiali e nuovo massimo del prezzo del petrolio, superati i 126 dollari al barile. L' europa chiude con ribassi intorno all' uno per cento, peggio di tutti Parigi con un calo di quasi 2 punti percentuali, titolo protagonista telecom italia in testa al listino dopo i risultati.

Calcolo assicurazione

La parte in denaro che un capitalista deve investire per cautelarsi da eventuali rischi o danni dai quali potrebbe essere colpito, rientra per lo più direttamente all'interno delle spese generali che il capitalista fa per avviare il processo di valorizzazione del suo capitale. Tra le sue spese egli deve infatti annoverare sia quelle che riguardano l'acquisto di forza lavoro viva, sia il denaro impiegato nell'acquisto di materie prime e degli strumenti necessari alla produzione: una parte deve essere però aggiunta a questa somma, ed è quella che si riferisce alla quantità di denaro che deve essere risparmiata inizialmente onde premunirsi da eventuali danni e perdite di valore e di redditività da parte del macchinario o delle materie prime. Nel calcolo cioè per stabilire la quantità di capitale necessaria all'avvio del processo produttivo, va inclusa quella parte che deve riparare ad eventuali incidenti che, non previsti economicamente, potrebbero arrecare grave danno al processo complessivo.

La quota assicurativa in questo caso viene ad essere una spesa necessaria anche se non deriva da un impiego diretto nel processo di produzione: la sua necessarietà deriva dal carattere più o meno "rischioso" della riproduzione del capitale, dal momento che possono verificarsi casi in cui un danno alla qualità della materia prima o all'efficienza del macchinario potrebbero creare impacci insormontabili alla valorizzazione del capitale. La quantità della parte devoluta inizialmente (cioè alla ripresa del processo produttivo) onde assicurarsi dall'eventualità di rischi, deve essere calcolata in maniera da ricoprire le spese di riacquisto o rimessa in opera delle condizioni oggettive necessarie al normale funzionamento del processo produttivo complessivo.

La specializzazione dell'istituto assicurativo proviene come momento di autonomia di queste stesse funzioni già descritte. La sua possibilità (cioè a dire, il fatto che esso possa sussistere e che vi possano essere capitalisti che investono nelle assicurazioni) deriva dalla enorme estensione dei beni capitali da assicurare, nonché dal rapporto tra incidenti previsti e incidenti effettivamente avvenuti. Se infatti il numero degli incidenti fosse uguale o maggiore del numero degli incidenti previsti, sarebbe allora impossibile trarre un utile economico dall'investire i propri capitali negli enti assicurativi. La realtà è invece diversa: le assicurazioni private possono infatti per lo più garantire ai propri azionisti una quota parte del profitto complessivo che deriva loro dal rapporto tra quantità pagata di polizze da parte di chi voleva essere assicurato rispetto alla quantità che è stata sborsata e spesa per ricompensare i danni effettivamente avvenuti.

Ne deriva allora che possono sussistere degli Enti la cui mansione rimane quella di proteggere con i loro capitali gli assicurati: da questo rapporto, questi ultimi risulteranno protetti, mentre i primi riceveranno utili economici nella misura in cui saranno capaci di sborsare meno di quanto hanno ricevuto dagli assicurati. Oggi le assicurazioni tendono a svilupparsi sempre di più e a riempire i vuoti lasciati ancora alla casualità del "rischio". La assicurazione a favore dei contadini è diretta a garantire al lavoratore agricolo il diritto al provento del suo lavoro anche nel caso che piogge, grandinate e incendi possano arrecare danni gravi o irreparabili al suo raccolto.

È infatti evidente che solo un sistema assicurativo che cauteli effettivamente il lavoro contadino può dare ad esso la garanzia di un'attività vantaggiosa e non affidata all'incertezza delle stagioni e delle condizioni naturali. Così come è evidente l'importanza che l'assicurazione viene a svolgere per quello che concerne l'attività marittima e commerciale in genere. La possibilità di assicurare sia la nave, sia il nolo, sia il carico di un certo viaggio, rende molto meno incerte le attività marittime sotto il profilo economico, contribuendo perciò a dare maggiore spazio all'attività marittima nel suo complesso.

Altro tipo di assicurazioni sono quelle che si riferiscono alla vita, alle malattie, agli incidenti sul lavoro. Risale al lontano 1681 la prima legge tendente a garantire i lavoratori dai rischi della propria attività: il Colbert, ministro di Luigi XIV, stabilì una forma di assicurazione per i lavoratori marittimi. Nei secoli successivi si affermò invece un vero e proprio sistema assicurativo riguardante tutto il complesso dei lavoratori. Il primo sistematore e sostenitore dell'opportunità di un equo complesso assicurativo fu il Bismarck, ministro dello Stato prussiano.

Nel 1883 una legge obbligava all'assicurazione delle malattie, e nel 1889 veniva regolata l'assicurazione per la invalidità e vecchiaia. Questo processo fu comune a tutti i paesi europei dalla Francia all'Inghilterra ecc. Lo scopo che queste legislazioni tendono per lo più a prefiggersi è determinato in primo luogo da una esplosività delle tensioni sociali riferita soprattutto a questi temi specifici. L'alta, e altissima, percentuale di invalidi sul lavoro, così come la totale mancanza di un sistema cautelativo per i lavoratori una volta che si fossero ammalati, rendevano pressante la protesta delle masse operaie e lavoratrici in genere.

Assicurazione e sistema assicurativo

Tipo di rapporto contrattuale per il quale uno dei due contraenti si impegna col suo capitale a coprire i "rischi" che vengono all'altro sia da un impiego del suo capitale sia dal suo lavoro, sia dalle sue particolari mansioni, da malattie ecc. Il sistema assicurativo comincia a svilupparsi a partire dal '500-'600, allorché cioè ha inizio il grande commercio internazionale gravato da pesanti "rischi" per via dei viaggi lunghi e difficoltosi.

L'incertezza dell'investimento sul viaggio e sulle merci che devono essere trasportate da un paese all'altro determina la difficoltà dello sviluppo del capitale commerciale stesso, impacciato dall'alta percentuale di perdita, intera o parziale, del capitale investito nell'operazione. La comparsa perciò della figura sociale dell'assicuratore diventa essenziale nel garantire le condizioni migliori per lo sviluppo del commercio stesso e dell'attività produttiva medesima.

L'assicuratore "copre" con il suo capitale le eventuali perdite derivanti dal fallimento economico del viaggio, garantendo perciò su di esso l'eventualità di un "rischio". Esso non partecipa perciò direttamente allo scambio commerciale, così come non partecipa ai profitti e agli interessi che da esso provengono, dal momento che il suo intervento economico si caratterizza perché garantisce il capitale assicurato solo nel caso che esso abbia una perdita. Nel qual caso allora esso dovrà coprire il danno a seconda di ciò che è stato precedentemente pattuito; nel caso contrario, l'assicuratore trarrà guadagno dalla polizza che l'assicurato si è impegnato a pagare.

È chiaro allora il senso economico di una operazione di questo genere: la capacità che essa ha di garantire uno sviluppo complessivo della produzione e del commercio, la sua utilità nel diminuire il freno che deriva dalla previsione di eventuali perdite e danni per una attività economica. Per questo complesso di ragioni il sistema assicurativo è venuto sempre più allargandosi ed estendendosi fino alla moderna comparsa di istituti assicurativi il cui compito specifico diviene proprio quello di garantire il produttore, l'operaio, il cittadino da eventuali rischi che devono essere affrontati.

Beni di consumo e beni di produzione

Beni di consumo, tutti quei beni che non vengono utilizzati per accrescere la forza produttiva ma per essere invece consumati allo scopo di mantenere e risolvere i bisogni fisici, psicologici e intellettuali dell'uomo. Evidentemente questi beni di consumo sono determinati storicamente, nel senso che essi variano a seconda delle condizioni produttive e sociali complessive e non restano invariati e assoluti. In questo senso si deve dire che i beni di consumo sono a loro volta determinati da quelle che sono le condizioni della produzione e che la loro relazione con il tipo di beni di produzione (e della loro capacità produttiva) è strettissima. La loro funzione è quindi quella di permettere la soluzione di tutti quei bisogni che vengono all'uomo dal vivere in un contesto sociale, dalla necessità di dover prestare un lavoro per potersi mantenere, dal dover mantenere non solo se stesso, ma anche una famiglia. Per questo complesso di motivi essi possono essere distinti tra beni di consumo cosiddetti essenziali e beni di consumo non essenziali. Quelli essenziali si caratterizzano per il fatto che garantiscono il mantenimento dell'esistenza degli uomini, della loro sussistenza e procreazione: sono tutti quei beni come il cibo, i vestiti ecc. Quelli non essenziali sono i beni che non solo garantiscono la mera sussistenza, ma che tendono anche a renderla più accettabile. In una società capitalistica lo sviluppo dell'accumulazione del capitale richiede a sua volta l'ampliamento del consumo complessivo e perciò anche quello riferito ai beni di consumo.

Bancari - Banco Popolare e Banca Italease

Buona performance del Banco Popolare in una giornata non strabiliante per i bancari

Banco Popolare e la controllata Banca Italease segnano buoni guadagni oggi in una giornata borsistica non troppo positiva per i bancari. Le voci di un interesse della banca tedesca DZ Bank nei confronti delle Italease spingono a 7,2 euro le azioni della società che segna un aumento dell'1,42% seguita da Banco Popolare a 13,05 euro.

Secondo fonti giornalistiche, l'interesse della banca tedesca sarebbe anche per un fondo di private equity. Il broker francese Cheuvreux ha commentato anche altre voci riguardanti la società quali una ipotesi di offerta di Clessidra e Jc Flowers che sarebbero interessati al 25% di Italease offrendo 7,7 euro per azione. Un'altra nota rilevante per la società viene anche dall'assemblea dei soci del Banco Popolare che ha approvato un dividendo di 0,60 euro.

Microsoft e opa Yahoo

Microsoft e i risvolti dell'opa su Yahoo

L'interesse per Yahoo da parte di Microsoft è svelato e l'opa potrebbe acquisire termini di ostilità infatti indiscrezioni annunciano che Microsoft potrebbe rivolgersi direttamente agli azionisti di Yahoo.

Steve Ballmer, che si può dire impersoni la voglia di conquista di Microsoft, si è sbilanciato con i suoi dipendenti e entro 48 ore sembra ci saranno per questa vicenda dei risvolti. Sembra che la prima offerta di 31 dollari possa essere alzata a 33 dollari ma è probabile che solo per 34 o 35 dollari l'accordo possa andare in porto. Steve Ballmer però non sembra essere favorevole all'ipotesi di alzare il prezzo e anzi l'opa ostile è dietro l'angolo.

SP MIB Future analisi tecnica video

Video che mostra l'analisi tecnica del future S&P MIB, Stefano Fanton di scalpingschool autore di numerose importanti pubblicazioni fornisce indicazioni circa le figure grafiche che si sono create in quest’ultimo periodo sul grafico del Future SP MIB, presenta inoltre i target per possibili operazioni e i livelli tecnici da monitorare. Molte altre informazioni nel video aggiornato al 30 aprile 2008.


Taglio tassi d'interesse Fed e il Pil Usa

Taglio dei tassi dalla Fed e il Pil Usa si mostra superiore alle previsioni

La Federal Reserve ha posto un taglio del tasso di sconto di un quarto, portandolo a 2,25%. I tassi di riferimento sui Fed Funds cambiano quindi dal 2,25% al 2%.

Nel comunicato successivo al taglio dei tassi la Fed non ha più parlato dei rischi nella crescita economica ma solo di una economia ancora piuttosto debole che condiziona i mercati. Il taglio del costo del denaro dovrebbe essere di stimolo alla crescita dell’economia Usa e la crescita dell’inflazione dovrebbe subire una moderazione anche se l’attenzione ai prezzi rimarrà. In Usa la crisi del settore immobiliare continua, infatti i soldi spesi per l’edilizia residenziale subiscono un crollo del 26,7%, un calo che è il più forte registrato dal 1981.