Le azioni privilegiate sono nominative e, rispetto alle azioni ordinarie, conferiscono al loro titolare un diritto di precedenza nella partecipazione agli utili annuali e nella ripartizione del patrimonio netto risultante dalla liquidazione. Lo statuto fissa di norma la misura minima percentuale di partecipazione agli utili, nella pratica compresa tra il 5 e il 12% del valore nominale per le società quotate in borsa.
Lo statuto può prevedere, inoltre, nella distribuzione degli utili, una maggiorazione nei confronti delle azioni ordinarie. Al vantaggio patrimoniale corrisponde però una limitazione alla partecipazione nelle decisioni della società: infatti, sono generalmente azioni a voto limitato (alle sole assemblee straordinarie). Inoltre, una società non può emettere azioni privilegiate in quantità illimitata: in concorso con le azioni di risparmio non possono superare il 50% del capitale sociale; in questo modo si evita una diluizione del capitale sociale che consentirebbe a una minoranza di azionisti ordinari di gestire la società pur disponendo di una quota esigua del capitale di rischio.
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