PRESENTATA ALL’UNIVERSITA’ BICOCCA, LA PRIMA
EDIZIONE DEL BAROMETRO DEL FINANZIAMENTO DELL’INNOVAZIONE
· Gli investimenti in R&S delle imprese italiane rimangono dinamici nonostante il contesto macroeconomico.
· Esistono importanti fonti di ottimizzazione dei dispositivi a favore dell’innovazione ancora inesplorate.
· Cresce l’interesse per i distretti tecnologici.
Milano, 17 novembre 2008 - Alma Consulting Group Italia, leader europeo nell’ottimizzazione di costi operativi aziendali e specializzato nel finanziamento dell’innovazione, ha presentato in occasione del TITE Tech-IT-Easy , il Festival delle Tecnologie Amichevoli della Bicocca la prima edizione del Barometro del Finanziamento dell’Innovazione. L’obiettivo dell’indagine è quello di misurare l’interesse di un campione rappresentativo d’imprese innovatrici italiane nei confronti delle misure fiscali a sostegno della Ricerca e Sviluppo .
Il campione è costituito da 222 imprese italiane, di cui 125 PMI (100-250 addetti) e 97 Grandi Imprese (più di 250 addetti). Le interviste telefoniche sono state effettuate presso direttori amministrativi e finanziari (nell’85% dei casi) e responsabili ricerca e sviluppo (nel 15% dei casi restanti).
Bisogna precisare che parte di queste interviste sono state realizzate prima della crisi finanziaria di quest’autunno.
La “temperatura” del finanziamento dell’innovazione: prime conclusioni
La totalità delle imprese del campione ha progetti di ricerca e sviluppo in corso o a venire e il 95% delle imprese dichiara che i propri investimenti in Ricerca e Sviluppo rimarranno costanti o saranno in aumento nel prossimo futuro.
Questa tendenza degli investimenti è valida sia per le PMI che per le Grandi Imprese.
Il 30% dichiara inoltre di intraprendere attività di ricerca all’estero, in larga misura all’interno dell’Europa.
Infine, il 79% delle imprese intervistate dichiara di aver richiesto un finanziamento pubblico. Nel 51% dei casi si tratta di finanziamenti di natura strettamente nazionale e/o regionale e solo nel 10% dei casi si tratta di finanziamenti europei.
Più della metà delle imprese ha riscontrato delle difficoltà nell’ottenimento di tali finanziamenti, più per quelli nazionali e/o regionali che europei, e la principale ragione citata é legata alla lentezza delle risposte dell’organismo referente e alla lunghezza della procedura.
Il 67% cerca di risolvere tali problematiche ricorrendo ad un aiuto esterno, principalmente consulenti. Il 44% si dichiara in generale insoddisfatto e chiede strumenti più adeguati ai propri bisogni.
Il 60% delle imprese intervistate ha collaborato o é in collaborazione con Enti Pubblici per la Ricerca e nel 90% dei casi si tratta di partenariati con università italiane. Tuttavia, solo il 32% ha in progetto l’assunzione di un giovane ricercatore nei prossimi sei mesi.
Essenzialmente per ragioni strategiche, più della metà delle imprese non ricorre ad una politica di valorizzazione dei brevetti.
Gli strumenti a sostegno della Ricerca e Sviluppo: un maggiore approfondimento dei diversi dispositivi
Il Credito Imposta per la Ricerca e Sviluppo, utilizzato dal 71% delle imprese, e le deduzioni IRAP relative ai costi del personale addetto alla R&S, sfruttate dall’83% delle imprese, sono i dispositivi più diffusi tra le imprese italiane e sono considerati di più facile utilizzazione. Le aziende che non utilizzano tali misure denunciano un’informazione insufficiente.
“Le aziende intervistate sono poco recettive rispetto alle novità introdotte dalla riforma della legge finanziaria 2008 sul Credito d’Imposta. Il dispositivo in questione eleva il limite massimo dei costi ammissibili a 50 milioni di euro e la percentuale deducibile delle spese sostenute in collaborazione con Enti pubblici dal 15% al 40%. L’agevolazione é concessa a tutti i tipi d’impresa, senza distinzioni e senza limiti relativi al settore di operatività. I suggerimenti forniti dalle imprese interrogate per migliorare il Credito d’imposta riguardano l’ampliamento delle spese ammissibili, nel 57% delle risposte”, precisa Alessandra Aiello, Tax & Innovation Consultant di Alma Consulting Group.
Si rileva, inoltre, una scarsa informazione in materia d’incentivi europei, in quanto solo il 35% delle imprese dichiara di essere al corrente del contenuto del VII Programma Quadro, e solo il 15% dichiara di avere delle aspettative precise. Bisogna sottolineare, in aggiunta, che sono soprattutto le PMI ad avere più difficoltà ad accedere a questo tipo di sovvenzioni.
La medesima problematica si constata per l’agevolazione a favore delle Giovani Imprese Innovatrici, utilizzata da solo il 7% degli intervistati.
Infine, il 20% delle imprese dichiara di appartenere ad un distretto tecnologico e il 22% afferma di avere in progetto di aderirvi. Un quarto degli intervistati segnala ancora una scarsa informazione in materia ed il 18% si mostra diffidente a causa della concorrenza all’interno dei distretti. Tuttavia, per l’88% delle imprese legate ad un distretto tecnologico, il bilancio dell’esperienza é positivo.
Soltanto il 24% delle imprese riesce a combinare diverse misure di finanziamento, ciò dimostra l’esistenza di un forte potenziale di ottimizzazione del finanziamento dell’innovazione.
Alma Consulting Group in breve
Alma Consulting Group identifica ed ottiene delle economie per i propri clienti, medie e grandi imprese, senza mai mettere in discussione la loro organizzazione. Il compenso di Alma Cosnulting Group è esclusivamente basato sul success fee legato ai risultati ottenuti.
Le sue aree di competenza sono il finanziamento dell’innovazione, l’ottimizzazione degli oneri fiscali, degli oneri sociali e delle spese generali.
Alma Consulting Group ha 1.300 collaboratori e ha fatturato 185 milioni di euro nel 2007. La sua presenza in Francia, Belgio, Spagna, Portogallo, Polonia, Inghilterra, Germania, Israele, Canada e Italia le permettono di affermarsi come leader nella consulenza operativa aziendale.
Alma Consulting Group è presente in Italia dal 2006.
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